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XXII.


Io vidi già cavalier muover campo,
     E cominciare stormo, e far lor mostra,
     E talvolta partir per loro scampo :
Corridor vidi per la terra vostra,
     O Aretini, e vidi gir gualdane, 5
     Fedir torneamenti, e correr giostra,
     Quando con trombe, e quando con campane,
Con tamburi e con cenni di castella,
     E con cose nostrali e con istrane;
Non già con sì diversa cennamella 10
     Cavalier vidi mover, nè pedoni,
     Nè nave a segno di terra o di stella.
Noi andavam con li dieci demoni:
     Ahi fiera compagnia! ma nella chiesa
     Co’ santi, ed in taverna co’ ghiottoni.

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V. 1. Poich’ha nel precedente capitolo, per ampliare sua materia, trattato della quinta bolgia sicome del luogo e de’ ministri, in questo capitolo vuole fare menzione d’alcuni che trovò, ch’erano nella sopradetta puniti, li quali furono notevoli barattieri e grandi trafficatori delle cose comuni, e specialmente apresso alcuni signori, sì come apparirà in la esposizione del testo.

Seguendo il suo poema vuole esemplificare per la loro diversa mossa r essere diverso a tutti li modi mondani, cioè la mossa di Barbariccia con tutta sua decuria. E dice l’autore che vide già a cavalieri, mover campo cioè a stanzia: elli s’apella lo luogo dove stanno li giostratori campo; e però quando li detti giostratori mutano luogo, ell’è tra essi grande rimescolata1 tra per tramutar masserìe, tramutare tende, tramutare cavalli, e tuttavia parte d’essi stanno schierati e sotto arme, per paura de’ nemici che molte volte sì numerosi assaglieno l’oste in tai movimenti, e li uomini si trovano disordinati, e molte fiate sono già stati sconfitti. Sì che quelli che sono schierati continuo fanno suonare lo loro trombe, acciò che stiano attenti e non trascurati; l’altra parte di loro che travasano,

  1. Remesedada è nella Vind voce veneta. che è il trambusto del Laur. XL, 26.