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350 INFERNO. — Canto XX. Verso 100 a 111

Ed io : Maestro, i tuoi ragionamenti 100
     Mi son sì certi, e prendon sì mia fede,
     Che gli altri mi sarìan carboni spenti.
Ma dimmi della gente che procede,
     Se tu ne vedi alcun degno di nota;
     Che solo a ciò la mia mente rifiede. 105
Allor mi disse: Quel, che dalla gota
     Porge la barba in su le spalle brune,
     Fu, quando Grecia fu di maschi vota
Sì che appena rimaser per le cune.
     Augure, e diede il punto con Calcanta 1O
In Aulide a tagliar la prima fune.




V. 103. Qui fa menzione di Euripilo e di Calcanta, li quali erano auguri de’Greci, e sta in questa forma la novella.

Lo figliuolo del re Priamo di Troia, il quale ebbe nome Paris, essendo andato in Grecia, innamorò di Elena moglie di Menelao re de’Greci, e seppe sì segretemente essere a parlamento con essa, ch’elli la involò e menolla a Troia. Lo ditto Menelao irato di cotale oltraggio, fe’ assemblare tutti quelli Greci ch’erano a suo comandamento, in Aulide, ch’era mastra città in Grecia; e vuolseli sì tutti, che quasi e a pena rimaseno li fanciulli in le cune. Raunata costui questa gente, e ordinato il suo navilio, volle eleggere ora di suo ingresso, e fe’ convocar Euripilo e Calcanta auguri, e a loro commise che per sue arti ellino dovesseno dare ordine a sua mossa.

Costoro ricevuta tal commissione ordinonno che ogni navilio fosse ligato a riva da poppa, e su li navili fosser apparecchiati li uomini con remo e frenello, e quando li nocchieri sarebbeno su le navi del re, tagliasseno lo legame, tutti fossene così, e tutti fosseno presti accorti a partirsi. Dato questo ordine, li sopradetti auguri furono su la mastra nave, e venuta l’ora, miseno mano alle spade, e fu tagliato lo legame: li altri che aveano tutti a ciò la guardia, fenno lo simile e andonno a suo viaggio. Vero è che innanzi che fosse la ditta mossa, secondo che ne scrive Virgilio, nell' Eneidos nel suo volume, li detti auguri ebbeno risposta dalli idoli, li quali disseno: se Menelao vuole vittoria di sua impresa, a lui bisogna di fare sacrificio a Diana, la quale signoreggia nel paese di Troia, e se ciò non facesse non avrebbe mai suo intento; lo qual sacrifìcio bisogna essere di sangue di bello e spezioso animale.

Ebbeno consiglio insieme li consiglieri di Menelao, infino dissìninno che si dovesse fare sacrificio d’Ifigenia figliuola di Agamennone, la quale era insomma la più delicata vergine di tutta Grecia; e così fu fatto tale sacrificio, si mossene al modo predetto.


    Laur. XL, 7 pescate da varii commenti pure antichi accennano all’uscita di molti con quei di Casalodi (ch’ivi è detta Chollodi) e non più innanzi. Qesto punto per l'antichità del Lana è capitale.