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318 INFERNO. — Canto XVIII. Verso 83 a 84

     Mi disse: Guarda quel grande che viene,
     E per dolor non par lagrima spanda:


10em


Pellia1 re in Grecia. E narra qui una bella istoria over novella del detto Jason, sicome infra appare. Essendo lo detto Pelio re in Grecia, e non avendo figliuoli maschi alcuno ma sì femene2 pensò: quando Jason sarà maggiore ed io sarò invecchiato, elli mi terrà la signoria per forza, e scaccierammi con tutta mia famiglia, sichè a me conviene di veder via di farlo morire sì segreto, e in tal modo che io non acquisti reprensione alcuna. Pensò questo: Jason diventerà buono uomo si di senno come eziandio di prodezza di persona, sì che farlo per modo di far prodezze e di senno mi conviene condurlo a morte. Or era in un’isola, che è appellata Colcos3 un montone lo quale avea la lana d’oro, ed era guardato da un serpente lo qual non potea esser morto se non per uno modo. E molte e molte persone eran già andate per tòrre lo detto montone, lo serpente incontanente s’aventava a quelli e si li uccideva, sichè lo detto Pellia non seppe vedere altra via di farlo morire. Chiamò Jason, e disse: nepote mio, io voglio a tutti i modi del mondo che vadi a tòrre lo montone delli Colchi: tu se ’l prod’uomo, io t’armerò ed accompagnerotti con chi tu vorrai, e come saprai divisare. Jason, sicome prode e ubbidiente rispuose: barba mio, sia quello che vi piace. Armato e accompagnato come li parve, montonno in navilio, e comincionno ad andare verso la detta isola di Colcos. Arrivonno in processo di tempo, anziché tossano a Colcos, ad una isola che è appellata Lenno, della qual isola era re uno ch’ebbe nome Toante, e giunsero nell’ora del proprio sonno. Dismontati in terra per posarsi, alcuni di loro con suoi cavalli appressandosi alla fortezza della terra, sì li fu detto per le guardie: signori, state tanto indietro quanto tranno le nostre balestre , se voi non volete morire; in per quello che uomo alcuno non lassa entrare qua dentro; a questo comandamento vi facciamo da parte della nostra reina.

Or era in quelli che incontrata nella detta isola una cosa così fatta, che ’l ditto Toante era andato in oste in Tracia con tutta la sua gente, ed essendo in oste elli sacrificava a idole, si com’era sua usanza, e per dispetto delle femine non sacrificava a Venus. Irata Venus di tale disonore, pensò quello che venne poi fatto, cioè

  1. La Vind. e il R hanno Pelleo
  2. Il R. confondendo Pelleo con Pellia dice: non avendo figliuoli maschi salvo che uno piccinino, e suo nome Achille.
  3. La Vind, aggiunge qui. Che è presso la contrada di Laiyeo; certa nota marginale d’altri porlata da copisti nel testo che la servì. Ne mancano il Ricc, e il Magl, e altri. Quest’è il Lycus dell’Armenia maggiore che fluendo fra settentrione ed occidente si getta nel Fasi. Virgilio lo nomina nel IV delle Georgiche. L’ Ottimo non ne parla e aggiunge che il montone era, per certo incantamenlo, legato. E cosi s’intende che Colco era isola che sia stata da due rami del Layco entranti in Fasi.