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266 INFERNO. — Canto XIV. Verso 29 a 34


Piovean di fuoco dilatate falde,
     Come di neve in alpe senza vento. 30
Quali Alessandro in quelle parti calde
     D’India vide sovra lo suo stuolo
     Fiamme cadere infino a terra salde;
Perch’ei provvide a scalpitar lo suolo




cielo de l'aiere, ha tre parti, e sono appellate reioni; una è la parte suprema che termina e confina col cielo del fuoco: la terza è la parte infima, e questa termina collo cielo della acqua: la seconda tramezzo queste due. La suprema parte è sempre in movimento in per quello che lo ratto della ottava spera ha tanta forza, che muove tutta quella prima parte, cioè li cieli de’ pianeti, lo cielo del fuoco e la suprema parte de l'aiere: e per lo detto movimento è quasi calda, perchè ogni movimento rarefà, e per consequens si scalda, come appare in De cœlo et mundo ed in De generatione et corruptlone, Aristotile. La infima parte è calda perchè li radii del sole vegnon fino al corpo della terra; trovan lo corpo solido, reverberan in suso, e dura questa reverberazione per tutta l'infima parte dell’aiere; e però che i radii vi sono doppi e caldi, resta adunqua che la region di mezzo è fredda. E però quando li vapori si levano dalla terra o per lo sole e per altra constellazione, elli non puonno gelare in la infima regione per che è caldo, com’è detto; s’elli scendono alla seconda, che è fredda, lie si gelano. Come sono gelati per lo freddo immantinente hanno acquistato gravitade e cadono a terra; e questo aviene, come prova lo Filosofo in terzo e quarto Phisicorum, che ogni frigidità si constringe, e ogni constringimento acquista gravezza; e però in questa seconda regione si genera piove, neva, tempesta, brina e rogiata. E se 'l vapore fosse viscoso e la constellazione, che lo lieva, fosse tanto forte ch’elli ascendesse alla suprema regione dell’aiere , allora là suso s’accende per lo calor del movimento e del fuoco, e fassene quelle stelle che appellate sono Comete. E se 'l vapore non ascende alla seconda regione dell’aire, non si congela, ma è nebbia overo fumane.

Or di tutta questa materia chiaro tratta Aristotile nella sua Meteora.

V. 31. Dà un altro esempio: elli è scritto in la vita d’Alessandro ch’elli fuo ad assedio d’una terra d’India in Oriente, e standosi un die, dissen che cadeano fiamme di fuoco dal cielo, le quali ardeano quelli a chi elli coglieano a discoverto; ed erano in tanta quantità che la terra tutta se ne copria, e similemente facea la sua incensione grande danno. Dice che Alessandro, assalito da tal battaglia, immantinente fe’ armare tutta sua gente e montare a cavallo, e correre attorno la terra, e trebbiar si tutto lo luogo dov’era l’oste, ch’elli l'ammortonno tutta, si finalmente che li fe’ poco danno.

32. Cioè sua gente.

34. Cioè la terra.