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586 i n f e r n o

103Frati Godenti fumo, e Bolognesi,1
      Io Catalano, e questi Loderingo2
      Nomati; e da tua terra insieme presi,
106Come suol esser tolto un uom solingo
      Per conservar sua pace; e fummo tali,
      Che ancor si par d’intorno dal Gardingo.3
109 Io cominciai: O Frati, i vostri mali....
      Ma più non dissi, ch’alli occhi mi occorse
      Un, crocifisso in terra con tre pali.
112Quando mi vide, tutto si distorse,
      Soffiando nella barba coi sospiri;
      E frate Catalan, ch’a ciò s’accorse,4
115Mi disse: Quel confitto, che tu miri,
      Consigliò i Farisei, che convenia
      Porre un uom per lo popolo a’ martiri.
118Attraversato e nudo nella via,
      Come tu vedi; et è mestier, che senta
      Qualunque passa, com’ei pesa pria:
121Et a tal modo il suocero si stenta
      In questa fossa, e li altri del Concilio,
      Che fu per li Giudei mala sementa.
124Allor vid’io maravigliar Virgilio
      Sopra colui, ch’era disteso in croce
      Tanto vilmente ne l’eterno esilio.
127Poscia drizzò a’ Frati cotal voce:
      Non vi dispiaccia, se vi lece, dirci
      Se alla man destra giace alcuna foce,
130Onde noi amendu’ possiamo uscirci
      Sanza costringer degli angeli neri,
      Che vegnan d’esto fondo a dipartirci.

  1. v. 103. C. M. Gaudenti fummo
  2. v. 104. C. M. Io Catelano,
  3. v. 108. C. M. sì pare intorno
  4. v. 114. E il frate Catelan,