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Appena, però, ne ebbe aperto uno, vide saltar fuori uno scimmiottino tutto garbato e complimentoso, il quale gli disse:

― Ho sentito, mio caro gatto soriano, che tu desideri di mangiare un po’ di carne di galletto: ed è per farti piacere che ti ho lasciato in fondo a quella tasca un mezzo gallettino di primo canto. Se vuoi cavarti questa voglia, entra dentro e buon appetito. ―

Nanni, senza farsi ripetere l’invito, entrò di corsa nella tasca; ma non era ancora finito d’entrare, che il bottone della tasca si richiuse subito sopra di lui.

― Ci sei dentro? e tu stacci! ― disse Pipì, stropicciandosi tutt’allegro le zampe davanti. E mentre che tu, povero Nanni, cerchi nella tasca il gallettino di primo canto, che non c’è stato mai, io me ne anderò lontano di qui.... e tanti saluti a casa. ―

Quando lo scimmiottino ebbe borbottato fra i denti queste parole, aprì pian piano la porta dell’osteria e disparve fra gli alberi foltissimi della foresta.

Per l’appunto quella notte era una nebbia così fitta, che non ci si vedeva da qui a lì.


XI.


Golasecca, dopo essere stato accecato, ritrova lo Scimmiottino color di Rosa.


Lo scimmiottino poteva essersi allontanato dall’Osteria delle Mosche appena un cento di passi, quando l’oste Moccolino, saltando giù dal letto e affacciandosi a capo della scala, gridò, con quanta ne aveva in gola: