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Lo zio Eugenio (un gran capo-ameno) era fratello della mamma dei ragazzi, e stava con gli altri in famiglia, avendo nella medesima casa anche il suo Studio di pittura.

― E come fai a sapere che il vestiario ce lo darà lui?

― Ne sono sicuro.... perchè glielo porteremo via di nascosto.

― Lo zio, dunque, ha tutto il vestiario per il Rigoletto?

― Non è precisamente il vestiario del Rigoletto, ma ci corre poco. Sono strisce di raso rosso, verde, turchino, di tutti i colori: e con quelle strisce noi ci faremo i calzoni, i vestiti e i berretti....

― Ma se tu fai da Re di Francia, ti ci vorrà la corona di Re ― disse Orazio.

― Come sei ignorante! ― replicò Cesare con una scrollatina di capo. Ma non sai che i Re di una volta, quando andavano a spasso, non portavano in capo nè corona nè cappello?

― O quando pioveva, come facevano? ― domandò Pierino.

― Pigliavano l’ombrello, o se no, rimanevano in casa. Anche noialtri si sarebbe fatto così, ne convieni?

― Tu discorri bene, ― soggiunse Pierino ― ma nella Storia Romana non c’è detto che gl’Imperatori andassero fuori con l’ombrello....

― E tu ci credi alla Storia Romana? Povero bambino, lo spendi bene il tu’ tempo!... ―

Per farla breve, i tre fratelli entrarono nello studio dello zio, mentre lo zio era sempre a letto, e da una vecchia cassapanca gli portarono via un grosso fagotto di