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― Io son contento se me ne dài quaranta: ― disse Pierino, ma le voglio tutte in soldi, perchè le mi fanno più figura.

― Se volete queste cento lire, date retta a quel che vi dico. Domenica sera ci dobbiamo mascherare tutt’e tre, e la nostra mascherata deve somigliare a quella stampa colorita, che portò a casa l’altro giorno lo zio Eugenio.

― Quale stampa? ― domandò Orazio.

― Quella che rappresenta la famiglia del gobbo Rigoletto.

― E chi è questo Rigoletto? ― chiese Pierino.

― Non lo conosci? Gli è quel gobbo rifatto in musica dal maestro Verdi; quello che dice:

            La donna è mobile
            Col fiume a letto....

― S’è capito, s’è capito ― disse Orazio.

― Io, com’è naturale ― riprese Cesare ― mi vestirò da Re di Francia, e tu....

― Mi dispiace di non esser gobbo ― disse Orazio ― perchè mi vestirei tanto volentieri da Rigoletto!

― Al gobbo ti ci penso io: lascia fare a me....

― E io? ― domandò Pierino.

― Tu ti vestirai da Gilda, figliuola di Rigoletto.

― Io da figliuola? Io per tua regola non faccio da figliuola a nessuno: sono nato uomo e voglio mascherarmi da uomo: ne convieni? ―

― Benissimo: vuol dire che invece di vestirti da figliuola ti vestirai da figliuolo di Rigoletto.... Che vuoi che Rigoletto non avesse in famiglia nemmeno un maschio?

― Così mi piace e ci sto. ―