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liberalitá e la diligenza e favor vostro. E la summa è questa: vorria dimandarli in presto cento ducati o almeno sessanta, e vorria termino dui anni a restituirli: e me obligaria solemniter per instrumento. E 1 me seria un supremo beneficio; e credo che Sua Signoria con una lettera se ne espediria, quando scrivesse qui a Battista da la Farina banchiero (che è tutto suo), che li voltaria ove io li dicesse: senza che Sua Signoria ha mille modi di trovar dinari quando vòle, non obstante le gran spese ch’ella fa, essendo questa poca summa.

Non voglio altro da vui per ora, se non che me scriveti el parer vostro e darmi quelli amorevoli ricordi circa questo, che vui saperite, e con ricordarme quello modo eh’ io avesse a tenere: perché me ne veneria fin lá per dui di mi medesmo a dimandarli. Appresso intendo che Teofilo avea pur alcuni boni panni e certe cosette de prezio, che seriano bone per questi quattro altri soi fratelletti ch’io ho qui. Non vi grave darmi avviso che cosa è e s’ella seria cosa da ragionarne: con molta fede vi scrivo e son contento non ne parlate con altri.

Me ricomando a vui, e son tutto vostro. Ferrariae, x Decembris 1495.

Pandulphus pisaurensis ducalis consiliarius vester. Magnifico fratri meo ho7iorandissimo, Domino Jacobo de Adria 111.mi Domini Marchionis Mantuae Secretorio dignissimo Mantuae.

XVII

A Francesco Gonzaga, marchese di Mantova.

Illustrissimo signor mio singulare. Ho ricevuto la cassa quale me ha mandato Vostra Eccellenza con tutte quelle veste et altre, cosette che se sono trovate e furono del meschino Teofilo mio figliolo e vostro verissimo servitore; e appresso ho inteso la be- nignitá de Vostra Signoria in aver fatto portar el suo corpo a Mantua, et onoratolo di sepultura e de titulo e de ogni altro of- ficio de pio e magnanimo signore. Vorria con la lingua e con le