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avevano soccorso. Il che intendendo li angioini, al di XVIII d’agosto se levorno d’Ascoli, et andomo appresso a Troia cum fermo proposito de dar agiuto alli assediati. Per il che il duca Gioanne d’Angiò la sequente mattina mandò a pigliare il colle che era in mezzo de l’uno e l’altro campo: et il re Ferdinando finalmente vi mandò Gioanne Conte, omo in militare disciplina perito, a ciò intendesse quanto facevano li angioini, che giá avevano occupato il colle. Il re Ferdinando vedendo questo, mosse l’exercito per cacciarli et anche da uno rialto a Corsara propinquo ch’avevano preso: per il che Alexandro Sforza, Roberto Orsino, Antonello da Borgo e Roberto Sanseverino con cavalli mille andomo alla destra parte e costrinseno li angioini abbandonare el tutto. Di poi Alexandro Sforza vedendo che nel piano stavano senza alcun ordine, li seguitò con grand’ impeto, per il che fu commissa atroce e crudel battaglia, la quale mantenendose, a lato vide che uno fossato gli prestava grand’agiuto per non poter assaltare dalla parte di sopra; il perché mandò al re Ferdinando, che era in mezzo delle gente come governator del tutto, che gli mandasse squadre fresche. Ma el re Ferdinando racordandose della rotta de Sarni, piú non si volse commettere alla fortuna, e respose che assai era fatto quel giorno. Alexandro rimandò un’altra volta, certificandolo che la vittoria era sua; per il che el re Ferdinando mandò alcune squadre, le quale intrando dalla parte di sopra del fossato, con tant’animo assaltomo li angioini, che furono constretti a fuggirsene sino appresso a Troia: dove seguitati dal re Ferdinando, tra tutti dui li exerciti fu reiterata la battaglia, la quale essendo longo tempo mantenuta, li angioini al meglio che potetterno si recuperorno in Troia. Onde le gente del re Ferdinando, parendoli avere la vittoria in mano, molti de angioini che non potetterno intrare e li cariaggi disordinatamente comenciorno a depredare. Questo vedendo Giacobo Picinino usci fuori, et el disordinato exercito aragonese assaltò, e molti de li soi che erano presi recuperò e riscosse; ma sopravenendo el re Ferdinando e Roberto Sanseverino un’altra volta fu costretto a ritornarsi dentro. Durò questo fatto d’arme da l’ora XIII sino alla XVIII cum grandissimo danno de angioini. Gioanne duca d’Angiò e Giacobo Picinino dapoi tanta rotta alla guardia di Troia lasciorno Gioanne Cossa, e la notte andorno a Luceria et indi a Visigli, dov’era el principe di Taranto, et el re Ferdinando dapoi dui giorni andò a Troia: onde li troiani cum el mezo de Alexandro Sforza per non darse in mano de’ catelani