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col Barbarossa, il re Guglielmo a sue spese andandoli incontra con tutta la sua baronia e accompagnandolo insino a Vestie, cittá del Monte Sant’Angelo, con molti cavalli bianchi, i quali donò al papa per suo uso, li armò tredici galee ornatissime, con le quali il papa andando prima a l’isola de la Pelagosa e poi a l’isola di Lesena e di li a Giara, a Venezia onorevolmente si condusse. E fatto lo accordo, Federico fece la pace a Guglielmo per quindici anni, avendo con tutti li altri suoi inimici fatto solamente tregua per sei; e Alessandro tornò a Siponto similmente da Guglielmo onorato, e per Troia, Benevento e San Germano si condusse ad Anagnia.

Dipoi avendo Andronico greco perfidamente tolto l’imperio ad Emanuele pupillo, al quale lui era stato dato tutore, cacciò per sospetto da Constantinopoli tutti li italiani e que 1 che avevano il nome latino: per la qual cosa Guglielmo mosso da generosa indignazione deliberò punirlo, e fatta grossa armata per mare e per terra, prese Tessalonica, oggi detta Salonicco, e molto altre cittá di Grecia e di Tracia e molte ne guastò e ruinò. E non uscendo mai fuora Andronico contra Guglielmo per sospetto del popolo, al quale sapea esser odiosissimo, li constantinopolitani lo preseno e tagliorno in pezzi a membri a membri, e uno chiamato Isacco feceno imperatore, il quale fece pace e lega con Guglielmo; e se Lucio III pontefice romano non moriva, era ordinato che ambidui andassino a la impresa di Hierusalem. Tuttavia non mancò poi la pietá e la bontá di Guglielmo al tempo che ’l Saladino premeva li cristiani; imperocché sentendo che tra Guido da Lusignano re di Hierusalem e Bertrando conte di Tripoli erano gravissime discordie e perniciosissime a’ cristiani, armò subito quaranta galee e con esse mandò un suo capitano siciliano, valentissimo uomo che si chiamava Margarito, acciò che fusse in aiuto a’ cristiani e pronto a tutti li bisogni che occorrevano. La quale armata a tempo giunse a Tiro assediata dal Saladino, dappoi ch’ebbe recuperata Hierusalem, né mai fu creduto che quella armata fusse del re Guglielmo, perché niuno la aspettava, finché Margarito proprio in persona, notissimo per fama, non si