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che mandando delle giovani truppe, non ancora organizzate, avreste dovuto farmi appoggiare sulla mia dritta da qualche reggimento di linea, che avreste potuto rimpiazzare con qualche mio reggimento di volontari. Nullameno, dopo qualche giorno di permanenza in Bologna per concentrare la divisione, eseguirò quanto è da voi prescritto.

La mancanza totale di artiglieria e cavalleria, mi fa accettare i 200 cacciatori a cavallo e la mezza batteria che avete lasciato in Ferrara a mia disposizione.

Vista la mancanza di mezzi, voglio sperare che a Rovigo troverò il commissario della Repubblica Veneta di cui mi parlate, affine di sovvenire ai bisogni delle mio truppe.

Intanto vi prego di notiziarmi di tutto ciò che potrebbe accadere, e io dal canto mio farò altrettanto. Vostro

Il Generale comandante la divisione
Firmato: Ferrari.


Al signor generale Durando, Ferrara.


Documento N. LXXII.1

GUARDIA CIVICA - SECONDO BATTAGLIONE.

Rapporto straordinario.

Circa le ore 6 pomeridiane un piccolo attruppamento di basso popolo si è arrestato avanti il quartiere in piazza SS. Apostoli per domandare sussidi in danaro; alcuni militi hanno arringato la suddetta turba, che andava crescendo; se n’è ottenuto allontanarli dal quartiere, frattantochè alcuni degli ammutinati sono penetrati nel palazzo Valentini in qualità di deputati di essi per domandar sussidio, mentre gli altri si schieravano addossandosi al palazzo. Il signor Valentini ha fatto scendere (sic) la somma di scudi 20 da distribuirsi a quei miseri, somma che doveva rimettersi all’ufficiale di guardia a tal uopo. Il sottoscritto ff. comandante il battaglione, profittando dell’arrivo di Angelo Brunetti, gli ha fatto rimettere il danaro. Frattatto che questi aveva spedito a spicciolare i scudi, S. E. il Ministro di polizia sopraggiunse, informato dal suddetto maggiore dell’accaduto, penetrò nel palazzo Di Pietro, ove il Brunetti aveva rinchiuso gli ammutinati. Frattanto i militi del secondo battaglione che smontavano dalla guardia reale furono messi a disposizione del Ministro, restando sotto le armi colla guardia del quartiere. S. E., dopo qualche tempo, uscì dal palazzo Di Pietro, ed abboccatosi col maggiore gli ordinò di servirsi della forza che stava a sua disposizione nel terzo battaglione, profittandone della quantità necessaria secondo l’urgenza.

Il sottoscritto si è creduto in dovere di correre al Comando generale per fare il presente rapporto, ed eseguire gli ordini che sarà per ricevere.

Li 11 aprile 1848, alle ore 7 1/2 della sera.

Maggiore Barberi.


  1. Dalle Buste della guardia civica degli anni 1847-1849, esistenti nell’archivio Comunale di Roma. Busta 86.