Pagina:Ciceruacchio e Don Pirlone.djvu/428


capitolo settimo 421

penavano poeta speculativo, erano continui e tanto poco nascosti che uscivano fuori della cerchia in cui erano destinati a rimanere rinchiusi1.

E, pur nondimeno, in quel Ministero, che era composto di uomini d’ingegno e di grande probità, tutte le gradazioni del partito liberale erano rappresentate. Perchè oltre al conte Giovanni Marchetti, uomo di idee e di opinioni temperatissime, in esso sedevano, campioni della moderazione, l’avv. Giuseppe Lunati, romano, valente giureconsulto - scrive il Grandoni ~ onestissimo cittadino, di carattere modesto ed urbano, che fin dai tempi pericolosi si protestava fautore delle riforme e del progresso2; il romano avvocato Pasquale De Rossi, uomo che poteva gloriarsi tutto dovere alla buona volontà, allo studio; professore di diritto nella romana Università, dotto, giusto, scevro di doppiezze, amico del progresso3, ma, ad ogni modo, più moderato ancora del Lunati; il principe Filippo Doria Pamphili, ricchissimo e splendidissimo fra i principi romani, giovane di nobili spiriti e - a detta del Farini - di quei giorni in amore del popolo e che era moderato quanto il De Rossi4; e quanto loro era moderato il duca Mario Massimo di Rignano, uomo d’ingegno - dice il Farini - nudrito di buoni studii, " segnalato per solerzia del pubblico bene e per costante sollecitudine dei civili progressi5; Il cardinale Luigi Ciacchi, uomo rispettabilissimo, prudente, dotto, di esemplare e retto costume, era - cosi il Grandoni - amantissimo della patria6. Certo è che egli in quel momento godeva tutte le simpatie dei liberali, perchè trovavasi allora ed erasi trovato Legato a Ferrara nell’anno precedente, quando gli Austriaci avevano violentemente occupata la città, onde egli aveva energicamente protestato contro quella usurpazione;

Cosicché, in ultima analisi, il Ministero Mamiani era un gabinetto di moderati (Ciacchi, Doria, De Rossi, Lunati, Marchetti

  1. D. Gaspari, op. cit. ivi, pag. 97; G. Spada, op. cit, vol. II, cap. XII, pag. 342-43.
  2. B. Grandoni, op. cit., pag. 195
  3. Lo stesso, ivi.
  4. L. C. Farini, op. cit., lib. III, cap. VI.
  5. L. C. Farini, op. cit., ivi.
  6. B. Grandoni, op. cit., ivi.