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dai perfidi di quello che lo sarebbe con una aperta dichiarazione di guerra.

«Finalmente le truppe assoldate e i volontari che, dopo questa dichiarazione, rimanessero di là del Po, si troverebbero del tutto privati di quei diritti che, anche nelle guerre più accanite, quando sono state preliminarmente dichiarate, il diritto delle genti concede.

«Questi invece sarebbero trattati come banditi, assassini, briganti, e sono pure sudditi pontifici, sotto il comando di generali scelti da V. S., indossano le divise papali, portano la sua bandiera e la croce. Tali considerazioni i sottoscritti umiliano alla S. V., profondamente inchinati baciano il sacro piede di Vostra Beatitudine.

«Roma, 25 aprile 1848,

«Umilissimi e devotissimi sudditi
«Antonelli - Recchi - Mlnghetti - Aldobrandini
Simonetti - Pasolini - Sturbinetti - Galletti»
.


Il Pasolini e il Farini, che facevan parte del Ministero - e probabilmente la surriferita rimostranza, chiara e vigorosa nella forma e serrata e poderosa nella logica, fu scritta proprio dal Farini - levano qui, e ben a ragione, alti lamenti e, in nome della verità storica, indignati, protestano perché, di fronte a quella nota cosi franca ed aperta, firmata per primo dal Cardinale Antonelli, si sia scritto e si sia detto e ripetuto, anche dopo molti anni, che i Ministri, profittando della concitazione degli animi, volessero costringere il Papa ad una dichiarazione di guerra1. I Ministri in quella nota, adempirono il loro dovere e misero chiaramente e nettamente dinanzi agli occhi del Pontefice la situazione tale quale era e ne posero in rilievo le contraddizioni. Essi, incaricati di difendere e tutelare, come rappresentanti politici del potere temporale, i diritti e gli interessi dei popoli dello Stato romano, mostrarono al Papa quali sareb-

  1. L. C. Farini, op. cit., vol. II, lib. III, cap. V; P. D. Pasolini, op. cit, cap. VI, pag. 95 (ove è riportata una lettera scritta dal conte Giuseppe Pasolini al Farini il 25 giugno 1850). A questi due si associano il D’Azeglio, il Galletti, il Ranalli, il La Farina, il Torre, il Pinto, il Gabussi, il Rusconi, il Reuchlin, il Minghetti e molti altri.