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capitolo sesto 353

sandro, si era, logicamente, fatto, ai suoi tempi, protettore ed alleato, ora, affermando solennemente sé stesso e sopraffacendo, ad un tempo, e l’autorità papale - rappresentante il diritto divino - e la potestà imperiale - rappresentante il diritto storico - si era levato - esso che rappresentava il diritto nuovo, il diritto moderno - contro il Papato e contro l’Impero, invano e troppo tardi alleatisi insieme per fare argine all’onda irresistibile dell’umanità irrompente, sotto l’alito vivificatore della scienza e della libertà, all’abbattimento di tutti i privilegi, di tutte le ingiustizie, di tutte le soperchierie sulle quali si erano eretti e, per dieci secoli mantenuti, il feudalismo e la chieresia.

Nella storia vi sono le evoluzioni progressive, non i ricorsi regressivi; onde le parole scritte dal D’Azeglio, a nome del Durando, se erano belle e commoventi per gl’Italiani, intenti alla guerra nazionale contro lo straniero, non potevano commuovere l’animo e mutare il pensiero pontificale di Pio IX. Esse producevano un solo beneficio: affrettavano lo scoppio e la fine di quella formidabilissima storica contraddizione, che durava da quasi ventidue mesi e ingombrava tutti gli intelletti e cullava nell’Illusione e nell’errore tutte le coscienze.

Già, senza che vi fosse necessità che i cardinali Lambruschini, Asquini, Vannicelli-Casoni, Patrizi, Brignole, Mattei, Della Genga ed altri fra i più reazionari del Sacro Collegio, senza bisogno che i nunzi monsignor Viale e monsignor Sacconi e che i molti prelati gregoriani, onde era accerchiato il Papa, levassero clamore presso di lui intorno a quel proclama del generale Durando, già Pio IX, cosi pauroso, cosi esitante e, sopra tutto, cosi scrupoloso, sarebbe da sé insorto, sgomento e tremebondo, contro le parole del capitano del suo esercito.

Ma è agevole immaginare poi quali fossero le smanie in cui irruppe il Papa, sotto la pressione delle lamentanze rivolte a lui dai rappresentanti di Prussia, di Baviera e d’Austria, che gli andavano velatamente minacciando, in ciò sostenuti dai nunzi suddetti Viale e Sacconi, uno scisma da parte dei cattolici alemanni; quali fossero le querimonie e le invettive che rivolse ai suoi Ministri dopo che, uno appresso all’altro, i Cardinali e i prelati più reazionari gli ebbero detto tutti che, continuando