Pagina:Ciceruacchio e Don Pirlone.djvu/28


capitolo primo 21

provenuto per i papi, diceva, nel 1832: Dalla concentrazione di poteri di pontefice, di vescovo, di sovrano nasce, naturalmente, la più assoluta autorità sulle cose temporali; ma l’esercizio di questa autorità temperata dagli usi e dalle forme di governo, lo è davvantaggio dalle virtù dei pontefici i quali da moltissimi anni sonosi assisi sul seggio di san Pietro: di guisa che il più assoluto governo si esercita con la maggior dolcezza. Il Papa è sovrano elettivo, i suoi Stati sono patrimonio della cattolicità, avvegnachè siano il pegno dell’indipendenza del capo dei fedeli, ed il Papa regnante e supremo amministratore e curatore di questo dominio.

«Ultimamente il signor De Rayneval, l’ultimo dei meno felici apologisti del Papato, faceva, nel 1856, questa dichiarazione: Testé le antiche tradizioni della Corte di Roma erano fedelmente conservate. Ogni modificazione agli usi stabiliti, ogni immegliamento, anche materiale, era riguardalo di mal occhio e pareva pieno di perigli. Gli affari erano esclusivamente riservati ai prelati. Gl’impieghi superiori erano di diritto interdetti ai laici. In pratica i differenti poteri venivano sovente confusi. Il principio dell’infallibilità pontificia applicatasi alle quistioni amministrative. Erasi vestuta la decisione personale del sovrano riformare le sentenze dei Tribunali, anche in materie civili. Il cardinale segretario di Stato, vero primo ministro in tutta la estensione del termine, concentrava nelle sue mani tutti i poteri. Sotto la suprema sua direzione gli svariati rami di amministrazione erano affidati a commessi, anziché a ministri. Costoro non formavano un Consiglio, nè deliberavano in comune intorno alle bisogne dello Stato. Il maneggio della puhblica finanza si faceva in segreto profondo. Niuna notizia davasi alln Nazione dell’impiego dei suoi danari. Non solo il bilancio rimaneva avvolto nel mistero, ma spesso avvedevansi di non averne compilato veruno, nè assestati i conti. Finalmente le libertà municipali, le quali, più d’ogni altra, sono tenute in pregio dalle popolazioni italiane e soddisfano alle veraci loro aspirazioni, erano state sottomsse a restrizioni assai severe. A far tempo dal giorno in cui Pio IX è salito al trono, ecc. ecc.

«In tal modo il testè (naguère) del signor De Rayneval è