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[2134] Scherzi, motteggi, frasi giocose 757


con i Saracini, fa cose meravigliose con la sua Durlindana la quale tagliava cosi finamente che appena si sentiva il suo ferire. Va addosso ad Alibante di Toledo e lo taglia giusto per traverso.

     Onde ora avendo a traverso tagliato
          Questo Pagan, lo fè’ sì destramente,
          Che l’un pezzo in su l’altro suggellato
          Rimase senza muoversi niente;
          E come avvien, quand’uno è riscaldato,
          Che le ferite per allor non sente:
          Cosi colui, del colpo non accorto,
          Andava combattendo ed era morto.

E seguita così a tirar colpi alla ventura, persuaso di aver sane tutte le sue membra, finchè, avendone tirato uno a due mani un po’ sgarbatamente, la parte superiore del busto perdè l’equilibrio e cadde in avanti. Il Berni con questa facezia imitò in parte e in parte esagerò una vecchia storiella, che non si trova nel Boiardo, di cui il Berni rifece il poema, ma che s’incontra nel Ciriffo Calvaneo di Luca Pulci, nel c. V. ov’è narrata la morte di Sinettorre (ediz. di Firenze 1572, a pag. 44).

2134.   Est est est.

Nota è la leggenda che spiega questo motto sibillino. Un vescovo tedesco, di cui alcuni aggiungono il nome, Giovanni Fugger, viaggiava in Italia; ed essendo molto ghiotto del buon vino, aveva incaricato un suo domestico di precederlo, e di assaggiare il vino per tutte le osterie dalle quali passava, segnando sulla porta di quelle ove trovava vino buono, est, cioè est bonum, è buono, o semplicemente sì, poichè nell’uso medievale est valeva per l’affermativa. Giunto a Montefiascone, e assaggiato lo squisito moscato di colà, trovatolo superiore a tutti i vini precedentemente gustati scrisse tre volte est. Il vescovo arrivò, e tanto ne bevve, che morì: e sulla sua tomba nella chiesa di S. Flaviano, il fedel servitore fece apporre la iscrizione:

Est. Est. Est
Propter nimius est
Joannes de Fugger
dominus meus
mortuus est.