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[2114-2117] Apostrofi, invocazioni, imprecazioni 751


2114.                       Se quel guerriero
          Io fossi! se il mio sogno
          Si avverasse!

sono parole di Radamès nell’Aida di Verdi, libretto di Ant. Ghislanzoni (a. I, sc. 1)

Non molte sono le frasi francesi di questo genere popolari fra noi. Eccone una di origine storica:

2115.   Pends-toi, brave Crillon!1

Una nota di Voltaire alla sua Henriade (canto VIII, verso 109, in fine della nota 10) narra che Enrico IV, dopo una delle sue molte vittorie, avrebbe scritto a quello fra i suoi valorosi ch’egli amava di più, una breve lettera rimasta celebre: «Pends-toi, brave Crillon: nous avons combattu à Arques et tu n’y ètois pas.... Adieu, brave Crillon, je vous aime à tort et à travers.» Ma anche qui si è ripetuto il caso medesimo che per il famoso motto di Francesco I, Tout est perdu fors l’honneur. La lettera autentica è stata ritrovata ed è molto diversa: la si può leggere stampata in più libri, e ultimamente nel Fournier, L’esprit dans l’histoire (ch. XXXV.)

2116.   Anne, ma sœur Anne, ne vois-tu rien venir?2

domanda ripetutamente alla sorella la ultima infelice moglie di Barbebleue sul punto di esser uccisa, nel racconto di Charles Perrault (1628-1703); e Sœur Anne, qui ne voit rien venir, è rimasta in proverbio in Francia, e anche fra noi, spesso non senza malizia, per indicare una persona che aspetta a lungo e inutilmente.

Di Molière sono le due frasi seguenti: cioè la prima, la birichina interruzione di Sganarello all’orefice Josse il quale gli consigliava, per vincere la malinconia della figlia, di comprarle un ricco finimento di brillanti, rubini e smeraldi:

2117.   Vous êtes orfèvre, Monsieur Josse.3

(L’Amour Médecin, a. I, sc. 1).
  1. 2115.   Impiccati, mio bravo Crillon.
  2. 2116.   Anna, Anna, sorella mia, non vedi venir nulla?
  3. 2117.   Certamente voi siete orefice, signor Josse.