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460 Chi l’ha detto? [1366-1368]


Ma la lezione vera è quella ch’io tolgo dall’edizione originale, quella cioè dei Mémoires de l’Institut National des sciences et arts pour l’an IV de la Rép. (Littérature et Beaux-Arts), tom. I, pag. 244-247: la variante dev’essere stata una concessione posteriore alle regie censure.

Aggiungasi pure, a lode loro, che da qualche tempo le cose sono cambiate anche per loro e in peggio, e che il mestiere del re, secondo che pensava il principe di Monaco in una geniale produzione di Sardou, è proprio guastato:

1366.   Ah! le métier est bien gâté!...1

(Rabagas, a. I, sc. 10).

A un re inetto e incurante del bene de’ suoi sudditi, si può applicare il motteggio proverbiale di:

1367.   Re Travicello.

ch’è il titolo di una delle più saporite ed argute satire del Giusti. Tommaso Grossi andava matto per questo scherzo, di cui nell’ottobre 1843 così scriveva all’autore: «Benedetto quel Re Travicello: che cosettina squisita! che finezza ingenua, che innocente malignità, che burro, che vita, che lingua poi, che lingua e che stile! Sarei tentato di metterla tra le prime cose, in genere di poesia popolare e satirica, che io mi conosca, se non che mi s’affacciano alla memoria le tante altre sue cose, tutte belle di vario genere di bellezze, tanto poi magnifiche per quel beato vezzo di lingua che incanta e rapisce.»

La satira del Re Travicello, principe inerte e minchione, incapace del bene come del male, parve a tutti diretta contro Leopoldo II, benchè il Giusti lo smentisse replicatamente. Egli tolse l’argomento dalla nota favola di Fedro, Ranæ regem petentes (Fab., lib. I, fab. 2).

Re Travicello fa il pajo con l’altra satira, intitolata:

1368.   Re Tentenna.


che composta da Domenico Carbone il 1° ottobre 1847, ebbe niente meno che la virtù di decidere Carlo Alberto a proclamare

  1. 1366.   Ah il mestiere è molto sciupato!...