Pagina:Cesare Balbo - Delle speranze d'Italia.djvu/90

58 delle speranze d’italia

all’aiuto dei Franchi, stranieri novelli. — E il risultato e l’insegnamento furono i medesimi che due secoli prima. Rimasero signori i nuovi chiamati.

5. Nè questo fu lutto; in breve rifecesi l’altro e forse maggiore errore di restaurare un nuovo preteso Imperio Romano. E siccome il primo restauralo era stato non Italiano, ma Greco, cosi questo fu Franco. Errore, preoccupazione, cecità, smania, stoltezza, impostura quasi inconcepibile a noi, questa di restaurare l’imperio! Nè parvero che sia durata tanti secoli, mille e più anni, dall’800 al 1805. Tanto può una memoria, una parola! Ma, non ci si venga a dire a noi Italiani, che quest’imperio Romano fu una grande idea di Carlo Magno, una gran bellezza del medio evo, una gran fortuna della Cristianità a cui furon dati così un gran centro temporale, e un gran centro spirituale, due grandi capi, l’Imperatore e il Papa. Io non so se tutto ciò, quantunque cantato da un vero poeta, sia poesia; ma non è storia di niuna maniera. Grande si fu l’ambizione, ma non l’idea di Carlo Magno; non dovendosi dir grande niuna idea che tanto scemi passando a realità. Certo, l’imperio ideato da Carlo Magno, cioè la supremazia d’uno dei Re sugli altri, non durò incontrastato se non i4 anni, quanto il fondatore; nè tra molti e gravi contrasti, se non 88,