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capo primo 11

infermino? E dove non sien questi, non è egli il fatto, l’abito, la prepotenza inevitabile nelle discussioni tra più e men forti? Ma, non che contraddirmi, io credo che questi uomini di governo sorrideranno, e fors’anco si sdegneranno, che facciasi questione di ciò che è difficoltà: scusa loro quotidiana e grande; che non si tenga conto di lor condizione, la quale implica scusa di ciò che non fanno, lode di ciò che riescono a fare, ingiustizia in chiunque li giudica senza tenere tal conto. In tutti i paesi, in tutte le età del mondo, noi governati parlammo, giudicammo de’ governanti; or tanto più che se ne parla e giudica pubblicamente in molti paesi; e molto più male ne’ paesi dove non se ne parla così. Se fosse una pubblica tribuna in Italia, il primo che vi salisse, vi salirebbe probabilmente ad accusare i nostri governi; ma il secondo a scusarli colla dipendenza, in mezzo a cui essi vivono. Ed ho fede nel senno italiano, che ammessa in generale tale scusa, non si disputerebbe d’altro se non del sapere se sia sufficiente in ogni caso particolare. Finché non è discussione pubblica, è naturale che si passi da molti il segno della critica; è naturale, dico, nel volgo; ma non ne’ mediocremente informati e che vogliano esser retti. Questi non hanno scusa mai, di non ammettere, di non cercare essi stessi le scuse altrui.