Pagina:Cattermole - Versi, Roma 1883.djvu/112


LUI


I


CREDE poter sorprendere un segreto,
     Qualche segreto mio che gli nascondo;
     E più sgrido, mi cruccio e glielo vieto,
     Più vuoi tutto frugar da cima a fondo.

In mezzo a i libri un ramoscel d’abeto,
     Ne’ cassetti odorosi un riccio biondo,
     Lo fanno a un tratto sospettoso, inquieto,
     Triste come il più misero de ’l mondo.

Getta un fiocco, una lettera sequestra,
     Di cui gli sembra troppo dolce il senso,
     Smania quando m’affaccio a la finestra;

Poi vien, ridendo, a me come pentito.
     Io me lo bacio su gli occhioni e penso:
     Che mai farò quand’egli sia partito!