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èlnnotaztottt alla Lettera IST.

(A) Di questa lettera dettata colla più efficace e soda eloquenza, bellissimo è il testimonio che ne dà Papirio fllassonio scrittore assai famoso dell’ istone di Francia. Si adunque egli r ba scritto.

Exlant Cathnrince scnensis Epistolce plures ad Urbnnurn, proqtie ejut causa ad Carolum V re geni scripta Pridia Non. mnji ì’i’jg, qua nihil gravius, nihil elegantius, aut concipi animo, aut scribi ab ullo illius temporis viro certe potuisset, ne Petrarca quidem excepto, cujus ingeniunt admirari, et cceteris illius cetatis scriptoribus opera ejus antrjerre solen. Sp non è abbaglio nel titolo, di che non ho argomento di mover dubbio, è scritta questa lettera il di e r anno stesso in co ne formò altre tre assai lunghe, ordinate alla re3na Giovanna di ^Napoli, a Romani, ed al conte Alhenco da Balbiano, essendo tutte de’ 6 di maggio del 1379, cioè dell’anno che precorso alla morte sì «Iella santa, h del re Carlo. E certamente è cosa di gran maraviglia, che questa vergine in un sol giorno scrivesse o dettasse tante lettere, e lunghe e gagliarde, come sono l’accennate pur ora, onde giustamente può credersi, che di maniera speziale avesse in ciò 1’ ajnto del cielo.

(B) Panni. secondo che io intendo, che cominciale a lasciarvi guidare al consiglio de’ tenebrosi. Gli scrittori francesi, e massimamente Maimburg (Ilistoire du Grand Schism. d’Occid.) e Natale Alessandro (Sect. i3 e 14, part. 2, cap. io, art. 9, Select. Ilist.) ci presentano la condotta del re Carlo per rapporto allo scisma, siccome piena di circospezione e affitto conforme a quanto la prudenza più eonscienziosa può snggerire in affare dì tanta importanza.

Il Rinaldi per contrario ce lo fa non pure il più valido sostenitore, ma l’architetto principale, nè già per inganno, nia avvedutamente e per motivi politici.

(C) Per r ultimo veleno che hanno seminnto della eresia. In che senso debba intendersi la voce che usa la santa d’ eresia per lo scisma, s’osservò nell’annotazioni alla lettera 17.

(D) Quello eh’ essi elessero per paura, ciò fu missere di santo Pietro, Veggasi intorno a ciò quel tanto che s’ avvertì nell’ anno* tazion’ alle lettere i5 e 3i.

(E) Questo annunziarono a voi ed a noi. Fattasi 1’ elezione dk Urbano, scrissero i cardinali a’principi cristiani, e certo in primo luogo avranno passato un tal ufficio col re francese, di cui erano ) più di loro sudditi per nascimento, dandone loro parte senza far parole di violenze o di terrore recato loro dal popolo di Roma, alzatosi a tumulto. Tra le alire è degna di leggersi quella cbe uè scrissero a’sei cardinali rimastisi in Avignone, in cui così favellano.

Quia plerumqiie, imo ut plurimum, prefertim in rebus arduis,