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Annotazioni ni Ut Lettera 45.

(A) La famìglia da Vezzano o come poi si disse Vizzani, era nobile di Bologna, ed od» delle cinquanta senatorie, dette per ogni nno de’ quaranta, perchè già erano in questo numero, accresciuto di altre dieci dal pontefice Sisto V, e mancò nel «secolo che fu innanzi a questo. Ma non credesi che questo Nicolò fosse di lai prosapia, non avendovi a Bologna canonico veruno di un tal nome e cognome agli anni di santa Caterina, onde mi do a credere essere scorso errore in quel titolo, e che debba leggersi Nicolò da Orzano, in luògo di vizzano avendosi dalle memorie di quella città che un lai Nicolò-di Lupo da Ozzano fosse a quella età vicario generale del vescovo di Bologna ( fu questa Chiesa onorata del titolo di arcivescovato l’anno 1583 dal pontefice Gregorio XIII) e canonico di s. Pietro, e di t. Antonio di Snvena, e che fu poi arciprete di s. Giovanni in-Perticelo. Era questa famiglia originaria di Firenze, ed una branca di quella de’Pasquali, donde passata a Bologna si disse da Ozzano, castello antico del Bolognese inverso Romagna, o perchè in esso posasse alcun tempo, o perchè di esso tenesse dominio. Era la famiglia in Bologna infino dall’anno 1289, ed-aveasi tra le nobili di quella città. Questa lettera è di quelle eh’ ella dettò mentre stavasi rapita in Dio.

(B) La carità dei prossimo declina da quella dì Dio. La carità ordinata inverso del pros«*mo deriva da quella che abbiamo inverso Dio, e la santa nsa la voce declina, che significa calare a basso, giacché di fatto l’amore che si ha al sommo bene scende alla creatura, quando questa si ami pel Creatore. (C) Poniamo che debba crescer pni a uri* ora che un altra.

Non avendosi qnesla lettera del manoscritto di san Domenico, si è procurato di accordare;questo passo all’esemplare del Bnoncnnti che è il più fedele de* testi stampati, e da Aldo e dal Farri:Egli reca non ’picciola meraviglia il leggere quest’Epìstole dell’iuipivssione di quest’ultimo, se pongansi al confronto, o col testo d’Aldo, o con quelli a penna, che hannosi in Siena, sì. esse sono alterate nella maniera del favellare, e storpiate, talora anche ne’sensi, sendoti molte cose aggiunte a capriccio, e mancandoti non di rado, non pur delle parole, ma sì degli interi periodi. Sarebbe cosa luti* ghisnma e di sommo tedio il tener conto di tutte le strane mutazioni di quell’edizione: basti di presente recare questo passo (che in quella pure di Aldo non è ben chiaro) onde altri potrà arguire qual fede essa si meriti. Sì dunque favella la santa per bocca di questo interprete: « Ma poniamo che tal odio or crescbi, or scemi più ad un’ ora che ad un’ altra, secondo le molestie e le disposizioni occorrenti in questo caso, benché I’ uomo si senti per certo «piizio di tempo come sciolto dalla tentazione, e paja in lui essere