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223 lui, elli va discorrendo, e tolleli anco la edificazione!

nnde la lingua non sarebbe sufficiente a narrare quanti mali 11 escono; e non se n’avvedrà se non s’ha cura, che a poco a poco sdrucciolarebbe lauto, che si partirebbe dall’ ovile della sanla religione; e però colui che cognosce sè, vede que.slo pericolo, e però fugge in cella, ed ine empie la mente sua, abbracciandosi con la croce, con la compagnia de’ santi dottori, i quali col lume soprannaturale, come ebbri parlavano della larghezza della bontà di Dìo e della viltà loro, ed innamoravansi delle virtù, prendendo d cibo dell’onore di Dio e della salute dell’anime in su la mensa della santissima croce, sostenendo pena con vera perseveranzia infino alla morte. Or di questa compagnia si dilella; e quando 1’obedienzia il mandasse fuore, duro gli pare, ma stando di fuore, sta- deutro per santo e vero desiderio, ed in cella si notrica di sangue, ed unisce col sommo ed eterno Bene per af-* fetto d’amore; elli non fugge, nè rifiuta labore, ma come vero cavaliero sta in sella in sul campo della battaglia, difendendosi da’ nemici col coltello dell’odio e dell’amore, e collo scudo della santissima fede, e mai non volle il capo indietro, ma con speranza

col lume della fede persevera infino che con la perseveranzia riceve la corona della gloria. Costui acquista la ricchezza delle virtù, ma non l’acquista, nè compra questa mercanzia in altra bottiga, che nel cognoscimento di sè, della bontà di Dio in sè. Per lo quale cognoscimento è fatto abitatore ‘ della cella mentale e attuale, perocché in altro modo mai non laverebbe acquistate. Unde considerando me, che altro modo non ci ha, dissi, che io desideravo di vedervi abitatore della cella del cognoscimento di voi e ideila bontà di Dio in voi, ma sapete’ che fuora della cella non l’acquistarete mai. E però voglio che voi slrettamente torniate a voi medesimo, stando in cella, e lo star fuori della cella vi venga a tedio, di fuore da quello che vi pone Tobedienzia e la estrema