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2oG celli a Dio. Ella è quella virtù che porla con l’abbondanzia della carità il frutto d’ ogni nostra fatica dentro nell’anima nostra. O quanto è beata l’anima che corre e consuma la vita sua in vera e santa virtù, perocché in questa vita gusta l’arra di vita eterna. Ma non potremo giognere a questa perfezione senza il molto sostenere, perocché questa vita non passa senza fatica; e chi volesse fuggire la fatica, fuggirebbe il frutto e non averebbe però fuggita la fatica, perocché portare ce la conviene in qualunque stato noi siamo. È vero che elleno si portano con merito e senza merito, secondo che la volontà è ordinata secondo Dio. E li nomini, del mondo, perchè il loro principio dell’affetto e dell’amore è corrotto, ogni loro operazione è guasta e corrotta; unde costoro portano le fatiche senza alcuno merito. Quante sono le fatiche e le pene che essi sostengono in servizio del dimonio, che spesse volte per commettere il peccalo mortale sostengono molte pene e mettonsene alla morte del corpo loro. Questi cotali sono i martiri del dimonio e figliuoli delle tenebre, e insegnano a’figliuoli della luce, e dannoci grande materia di vergogna e di confusione dinanzi a Dio. O figliuolo carissimo, quanta’ ignoranzia e miseria è la nostra a parerci tanto duro ed incomportabile a sostenere per Cristo crocifisso, e per avere la vita della grazia; e non pare malagevole agli uomini del mondo a sostenere pena in servizio del dimonio. Tutto questo piocede, perchè noi non siamo fondati in verità e con vero cognoscimento di noi, e non siamo posti sopra la viva pietra Cristo dolce Jesù, perocché chi non cognosce sè, lion può cognoscere Dio, e non cognoscendo Dio non può amare; non amandolo non viene a perfetta carità, nè ad odio di sè medesimo, il quale odio fa portare con vera pazienzia ogni pena, fatica e tribolazione degli uomini, e dal dimonio, perocché alcuna volta siamo perseguitali dagli uomini con in* giurie e con parole o con falli, e qnesto permeile Dio, perchè sia provala in noi la virtù; cd alcuna volta