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vergine, s’inducesse a venirne in Italia l’anno 1367C 1; le parole di questo autore sono le seguenti: Itaque Urbanus V. pontifex ad res urbanas componendas Romam aliquando venit Catarinae Senensis (et ipse Senensis) sanctissimae virginis hortatuC 2. Ma come da una parte non reca autorità veruna di scrittore più antico, su cui possa altri fondarsi con sicurezza, e dall’altra poco avvedutamente lasciossi fuggire dalla penna, che Urbano l’fosse sanese, avendosi pel testimonio di tutti gli autori, ch’egli fosse francese; per ciò, quantunque sia stato seguíto da Bartolomeo Imperiali, nella vita che scrisse della santa, non posso attenermi al suo detto, non veggendovi fondamento di verità. Anzi nelle stampe più corrette di quell’opera, s’è tolto via questo suo detto riputatosi non vero, e scorsovi per poca avvedutezza, e che forse l’autore stesso avrebbe corretto in prima che uscisse alla luce, se non erane distolto dalla morte, onde si rimase con molti errori quell’operaC 3; e tale quale si era, fu per altri con poca accortezza esposta in publico colla stampa. Ad Urbano VI fu questa serafica vergine sì accetta, ed in tale confidenza, che ella potè attentarsi d’inviargli un minuto regalo, come si ha dalla lettera vigesima, di richiederlo della sagra porpora a favore di Nicolò Mesquino Caraccioli, e di averne la grazia, come si asserisce dal CiacconeC 4, e di correggerne la natura fiera ed impetuosa con avvertimenti opportuni, come vedesi nelle ultime delle lettere, che ella a lui scrisse. Potrebbe forse taluno adusato alla maniera di scrivere de’ nostri tempi registrare tra le note di familiarità eccessiva il darsi, che per la santa si fa quasi continuo, del voi nelle lettere, sì a questi due pontefici, sì a’ re, reine e ad altri personaggi de’ più elevati di posto, che a quell’età il mondo cristiano s’avesse, senza intramettervi tratto tratto que’ titoli di santità, di maestà, o simiglianti, de’ quali in oggi sì liberali sono le penne degli scrittori. Ma se bene osservasi, non tanto dee ciò recarsi a schiettezza di animo di questa vergine, quanto al costume di que’ tempi, non so s’io mi dica più sinceri o meno culti de’ nostri, in cui o non mai, o di rado assai adoperavansi questi aggiunti nel corso della lettera, ma davansi per ognuno senza por mente a persona, del voi, senza che sel recasse altri ad offesa, o nulla punto temesse non da ciò oscurarglisi il lustro o d’eccelsa dignità o d’alto nascimento. Leggasi intorno a questo quel tanto, che ne ha scritto monsignor Claudio TolomeiC 5; il quale, non solamente prova questo antico costume, ma con molte ragioni l’approva per buono, riprovando pur anche con molto sforzo di argomenti l’uso di novello introdotto di questa liberalità soverchia di titoli.

(D) Io Caterina serva e schiava, ec. Questo titolo, che la santa
  1. Ughel. loc. cit.
  2. P. Isid. Ugurg. Pomp. San. Tit. I.
  3. P. Allegamb. Bibl. Script. Soc. Jesù.
  4. In Vit. Urb. VI in Addit. Col. 1001.
  5. Lib. 3. Lett. 1.