Pagina:Castiglione - Il libro del Cortegiano.djvu/331


varianti. 315


alcuni precetti, e mostrare le vie per conseguirne il fine, quale noi estimiamo che sia il sapere e potere perfettamente servire e con dignità ogni gran principe in ogni cosa laudabile, acquistandone grazia e laude da esso e da tutti gli altri.

E perch’io ormai, vinto dalle continue preghiere vostre, penso di scrivere, secondo il mio debole giudizio, quello che con tanta instanza e lungamente m’avete richiesto, cioè quale sia quella perfetta forma e carattere di Cortegianía, e di che sorte debba essere quello che meriti chiamarsi perfetto Cortegiano, tanto che nulla non vi manchi: sono sforzato fare un poco di escusazione del mio forsi temerario proponimento, acciò che ognuno intenda, me aver accettata questa impresa più presto con volontà di esperimentare, che con isperanza di condurla a fine; ma voglio fare questo piccolo testimonio, che io da voi sono stato sforzato a scrivere, acciò che sendomi questo errore commune con voi, se io non potrò escusarmene a bastanza, minor biasimo sarà il mio così diviso, che non seria se tutto sopra di me fosse; essendo non minor colpa la vostra d’avermi imposto carico alle mie forze diseguale, che a me lo averlo accettato.

Temo ancora, s’io esprimo quello che voi mi imponete, cioè questa perfetta forma di Corlegiano, la quale io più presto spero poter dire che veder mai in alcuno, ritrarrò molti, i quali, diffidandosi di poter giungere a questa perfezione, non si cureranno averne parte alcuna; la qual cosa io non vorrei che accadesse, perchè in ogni arte sono molti lochi oltre il primo laudevoli, e chi tende alla sommità rade volte interviene che non passi la metà. Oltre che io non dico chi sia questo Cortegiano, ma quale dovria essere quello perfetto; il quale io non ho mai veduto, e credo che mai non sia stato, e forsi mai non serà: pur potria essere. La idea dunque di questo perfetto Cortegiano formaremo al meglio che si potrà, acciò che chi in questa mirerà, come buono arciero si sforzi d’accostarsi al segno, quanto l’occhio e il braccio suo gli comporterà: il che molto meglio potrà fare proponendosi un objetto, che se non avesse la fantasia indrizzata ad alcuno terminato fine. Ma difficilissimo è in ogni cosa esprimere