Pagina:Castiglione - Il libro del Cortegiano.djvu/141


libro secondo. 125


presto il ben che ’l male, e s’io potessi assimigliarmi ad alcuni ch’io conosco, mi terrei per molto felice; ma dubito non saper imitare altro che le cose che fanno ridere, le quali voi dianzi avete detto che consistono in vizio. — Rispose messer Bernardo: In vizio sì, ma che non sta male. E sa per dovete, che questa imitazione di che noi parliamo non può essere senza ingegno; perchè, oltre alla maniera d’accommodar le parole e i gesti, e mettere inanzi agli occhi degli auditori il volto e i costumi di colui di cui si parla, bisogna essere prudente, ed aver molto rispetto al loco, al tempo, ed alle persone con le quali si parla, e non descendere alla buffoneria, nè uscire de’ termini; le quai cose voi mirabilmente osservate, e però estimo che tutte le conosciate. Chè in vero ad un gentiluomo non si converria fare i volti piangere e ridere, far le voci, lottare da sè a sè, come fa Berto, vestirsi da contadino in presenza d’ognuno, come Strascino35; e tai cose, che in essi son convenientissime, per esser quella la lor professione. Ma a noi bisogna per transito e nascosamente rubar questa imitazione, servando sempre la dignità del gentiluomo, senza dir parole sporche o far atti men che onesti, senza distorcersi il viso o la persona così senza ritegno; ma far i movimenti d’un certo modo, che chi ode e vede per le parole e gesti nostri imagini molto più di quello che vede ed ode, e perciò s’induca a ridere. Deesi ancor fuggir in questa imitazione d’esser troppo mordace nel riprendere, massimamente le deformità del volto o della persona; chè sì come i vizii del corpo danno spesso bella materia di ridere a chi discretamente se ne vale, così l’usar questo modo troppo acerbamente è cosa non sol da buffone, ma ancor da inimico. Però bisogna, benchè difficil sia, circa questo tener, come ho detto, la maniera del nostro messer Roberto, che ognun contrafà, e non senza pungerl’in quelle cose dove hanno difetti, ed in presenza d’essi medesimi; e pur niuno se ne turba, nè par che possa averlo per male: e di questo non ne darò esempio alcuno, perchè ogni dì in esso tutti ne vedemo infiniti.

LI. Induce ancor molto a ridere, che pur si contiene sotto la narrazione, il recitar con buona grazia alcuni difetti