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Nuvole aperte, nuvole chiuse e nuvole nere |
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centivo “naturale” verso il lock-in, ma equilibrato da un incentivo opposto, che tende ad evitarlo, perché il costo del lock-in verrebbe comunque pagato alla fine dal fornitore attuale.
Anche nei servizi cloud esiste una questione di interoperabilità, ovvero di far “parlare” i servizi per scambiarsi dati e funzionalità. Per avere interoperabilità occorrerà dunque avere anche qui servizi standard, o quantomeno adeguatamente documentati (standard de facto), e formati di file altrettanto standard (per i documenti latamente intesi).
L’interoperabilità deve essere valutata sia durante la fase di conduzione normale del servizio, sia durante la fase di migrazione (o cosiddetta “ripresa” dei dati e di servizi). L’interoperabilità in fase di conduzione è quella che consente di utilizzare i servizi di un determinato fornitore considerato in congiunzione (in cooperazione) con i servizi di un terzo. Ciò riduce la dipendenza in caso di aumento delle esigenze e di nuovi workload che dovessero rendersi necessari.
L’interoperabilità in fase di migrazione, invece, consente di esportare e importare sia i dati che i servizi (il concetto di migrazione dei servizi può sembrare ostico, ma è una cosa abbastanza naturale) senza perdita di fedeltà né nei dati, né nella business logic associata ai servizi. Nei costi di migrazione da considerare è ovviamente da comprendere quello di indisponibilità del sistema nella fase di migrazione (totale o parziale). È appunto di questa situazione che abbiamo parlato nel punto precedente.