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oppure al ritorno:


          Duçh i muàrts e sospiravin:
          “séso cà, làude al Signór!„
          Jò vajivi e no savèvi
          distacami plui di lór.

Noi friulani, cui la quartina ottonaria della villolta è “breve e amplissimo carme„, sentiamo — al di là del modesto schema metrico, che ha sopportato persino le chitarronate di “Bella Italia, amate sponde„ — in questi versi conchiusi, quel particolare sigillo di stile e d’intimo ritmo, che condensa nelle migliori nostre villolte popolari un poema di contenuto dolore.

Bindo Chiurlo.