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di scoppiare... Basta!... — La signora Teresa l’ha con me... Ma, Vergine Santa, Vergine benedetta, non è vero nulla!... ho sempre tenuto la bocca cucita a refe doppio. Fu quella cialtrona della portinaia... mi lasci dire... Dio non gliene domandi conto lassù, requiesca in pace!... In quanto a me, signorina...

— State zitta, Camilla — la interruppe Marietta per sviare il discorso — La signorina non si mescola nei fatti della mamma, voi lo sapete.

Ma quella volea votare il sacco, e si puliva colle dita le estremità della bocca fiorite di saliva.

— Ah! non si meritava questo! E pensare che se non fosse stato per me... se non fosse stato per me!... L’ho riveduto, quel tristaccio, giorni addietro... È soldato ora... Un bell’arnese! — Deve dirglielo lei, cara padroncina, alla mamma; deve dirglielo lei che la Camilla, poverina, non ci ha avuto nessuna colpa se la cosa si è risaputa...

Giacinta impallidiva, sudava fredda. Come sull’orlo di un precipizio, gli occhi le s’intorbidavano; le girava il capo... Non comprendeva ancora, ma intravedeva che quello a cui la Camilla accennava, doveva essere stato qualcosa di infame!...

— Si sente male? — le domandò Marietta, accorgendosene.

— Un po’ di vertigine... non è nulla!

— Andate, andate, Camilla! La signorina non sta bene.

L’avrebbe pigliata per le spalle e ruzzolata di cima alla scala!

Camilla, ponzando, si levò finalmente da sedere:

— Signorina, dia retta a me, prenda un uovo fresco tutte le mattine, a bere, ancora caldo del calore della gallina... Mandi in bottega, alle otto. Ho una