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In certi giorni di quel marzo nebbioso e piovoso, Leone Leoni, chiuso nella modesta stanza della casa rustica dove abitava da anni, si sentiva più facilmente spinto verso quello che egli soleva chiamare il luminoso paese dei sogni.

Nessuno dei suoi compagni di scapataggini avrebbe ora riconosciuto in quell’uomo grigio di capelli, con prolissa barba quasi bianca, un po’ curvo, il bel giovane vestito sempre secondo l’ultima foggia di Parigi o di Londra e che aveva fatto parlare tanto di sè per le sue stravaganze, pei suoi eccessi di ogni sorta in fatto di giuoco e di donne.

Ricordando, però, il suo sogno a occhi aperti cominciava immancabilmente dalla terribile settimana in cui, per l’improvvisa morte del padre, tutto gli era crollato attorno, fin l’amore della madre