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76 luigi capuana

te la mietitura o l’abbachiatura delle olive, durante la vendemmia, zi’ Sanguedolce rallegrava gli uomini e le raccoglitrici con certe sue storielle maliziose che facevano sbellicar dalle risa. Ora, o stava muto, con gli occhi fissi, sbalorditi, quasi vedesse chi sa che brutte cose, o scoteva il capo e borbottava parole inintelligibili di risposta a qualcuno che lo interrogasse non visto.

Si cominciò a spargere la voce che a zi’ Sanguedolce avesse dato di volta il cervello. Il canonico Spano, incontrato Luciano gli disse:

— Tu hai la testa alla zita, e non ti curi di tuo zio. E’ venuto da me questa mattina. Mi ha fatto pietà. — Che abbiamo, compare Sanguedolce? Non vi dispiaccia se vi chiamo così. — Abbiamo... che quando c’è la volontà di Dio è inutile opporsi; avviene quel che deve avvenire... E’ vero, signor canonico? — Certamente, compare. — Anche nelle cose storte, è vero, signor canonico? — Non sono storte, se Dio le permette; sembrano storte a noi. — Sarà!... Sarà!... Ma io dico che sono storte. Stiamo a vedere, fino all’ultimo... Ci penserà lui a rimediare... Ero venuto per confessarmi. Stiamo a vedere! — A vedere che cosa? — Parlava come se le parole gli uscissero di bocca senza che egli