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l’amico ramaglia 277


Peretti stava per abbracciarlo.

— Scusa!

E guardò i due lati della via, lontano...

— Attendi qualcuno? fece Ramaglia.

— No... Che piacere! E come mai sei qui?

— Dovrei domandarlo a te. Sono a Roma da sei mesi. Ti credevo ancora a Firenze.

— Sempre alla Banca d’Italia?

— Sempre. E non ci siamo mai incontrati!

— Roma ha questo di particolare: uno può vivervi ignorato senza cercare di nascondersi.

— Scapolo?

— Impenitente!

— Donnaiolo come prima?

— Si fa quel che si può. Tu devi avere due o tre figli.

— Nemmeno uno, per fortuna!

— Se avessi moglie non direi così. Muoviamoci; accompagnami.

Peretti esitò un istante: fece una lieve spallucciata visto che sua moglie s’era immobilizzata in quel negozio di modista, e prese il braccio di Ramaglia per dimostrargli la vivissima gioia di averlo incontrato.

Erano amici d’infanzia, educati nello stesso col-