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arme ritorta 251

S. Patrizio. Biagi trovò su la sua cartella un cumulo di carte da visita con augurii e l’invito a colazione disegnato a penna da uno dei colleghi che aveva pretese artistiche.

Ma quando seppe che tutto questo era stato affettuosamente organizzato da Giani, fu preso da un incredibile impeto di collera misto a brevi scoppi nervosissimi di risa. Voleva protestare, e non riusciva a dir altro:

— Ma.... Giani! È troppo!... Ma, Giani!

— Troppo? Troppo?... Niente a petto del servizio che tu mi hai reso!

Giani lo abbracciava, lo baciava, tornava ad abbracciarlo.... E rivolto agli amici poi disse:

— Si è preso mia moglie!... Mi ha liberato di mia moglie!... Da oggi in poi, ritornerò scapolo!... Non ne potevo più! Grazie, grazie, caro Biagi! Non ne potevo più!

Biagi, pallido come un morto, stringeva i pugni, tremando da capo a piedi sentendosi ridicolo davanti a Giani e ai colleghi. I quali si erano guardati in faccia domandandosi con gli sguardi se Giani non era improvvisamente impazzito.

Alcuni, per evitare un malanno, lo condussero via.