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fondo dell’abside.... Ma n’era uscita consolata, alleggerita del peso enorme, che le schiacciava il petto, rassegnata a tutte le conseguenze del volere di Dio.

Una voce piena di dolcezza e di pietà le aveva detto:

— No, tu non sarai rea, tacendo. Poichè la tua coscienza non può rimproverarti niente; poichè non hai trovato niente in fondo al tuo cuore da doverne chiedere perdono a quel Dio che legge i più nascosti abissi dell’uomo, va, tu sei ancora pura e innocente anche al cospetto di tuo marito; e faresti molto male, e ne saresti responsabile innanzi agli uomini e innanzi a Dio, se ti lasciassi sfuggir di bocca quel che ormai dovrà rimanere un triste segreto fra Dio e te!

Che gentile carezza al viso l’aria fresca della via! Il cielo pallido ancora degli ultimi riflessi del crepuscolo, e lucente e alto fra i tetti nereggianti, con limpidezza profonda, come corrispondeva alla mite luce, che le sorrideva nell’animo dal vero cielo della parola divina! E come si sentiva dolcemente stanca, in quella deliziosa convalescenza dello spirito, che la rendeva immemore e maravigliata di poter passare lieta anche lei, tra la gente lieta dei marciapiedi! E che fretta di trovarsi in casa per abbracciare la bambina! Da due giorni, povera creatura, doveva essere afflitta di vedersi così poco baciata e abbracciata!

Camminava svelta e leggiera. Tutto era finito; non c’era più da temere. Il miracolo che doveva salvarla, era dunque avvenuto?

Nell’avvicinarsi a casa, però, ecco qualcosa che le saliva, le saliva lentamente dal profondo del cuore, ed ecco di nuovo quel cieco terrore di cui le pareva d’essersi sbarazzata, lassù, nella penombra e nel silenzio della chiesa, dietro la grata del confessionario.

Sì, avrebbe taciuto.... Sì, avrebbe mentito.... Ma se suo marito tardava ancora?