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Una mattina Renato le annunziò:

— Vado via, per qualche tempo.

Luigia era rimasta senza parola, interrogandolo con incredulo sguardo....

— Dice per chiasso?

— Oh, dispiace anche a me, tanto! Ma ti scriverò spesso. Puoi esser sicura che, vicino o lontano, sarò sempre amico affezionato e sincero.

— Quando? — ella domandò dopo un momento di silenzio.

— Fra una settimana.

— Ah!

I suoi occhioni neri s’erano dilatati dall’allegrezza:

— Avevo creduto che partisse sùbito. Fra una settimana? Passerà presto anch’essa, pur troppo!...

Renato, in quei pochi giorni, se la vide venire in casa più frequentemente, meno allegra, sì, ma con cordialità più aperta.

Restava a lungo sdraiata sul canapè o su una poltrona, con la faccia appoggiata a una mano, un piedino accavalciato sull’altro, e gli occhi ombrati dalle ciocche arruffate su la larga e bella fronte, fissi su lui.

E se Renato andava a sedersele accanto e le prendeva una mano e le passava il braccio attorno alla vita, ella tentava di svincolarsi, ma fiaccamente, e finiva col lasciarsi baciare senza resistenza.