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LIB. II.

no à gli ultimi anni pervenute: dove gli huomini tali sono rarissimi; anzi non è forse alcuno, che accadendogli l'opportunità, volentieri non isperimenti, se siano più dolci, et più saporiti i basci dell'altrui, che della propria moglie: et tanto è cresciuta la perfidia de mariti; che se alcuno è forse continente, che cotai cose non ricerchi; è da gli altri stimato uno scioccone, perché Aristotile conoscendo la loro mala consuetudine, gli ricorda che debbiano guardarsi dalle strane femine. Il che non fa alle donne; quantunque i poeti abbaiano, che non cè alcuna che neghi, pur che agio le sia. Ma lasciamo loro abbaiare quanto gli piace; che quantunque alcune siano state, che la loro cupidità non habbiano voluto vincere; non mi si torrà però che innumerabili non siano quelle, che maravigliosi effetti di continenza hanno dimostrato. Et quindi si conosce la virtù, la qual consiste nelle cose difficili. Ma se gliè vero cio che diceva Heraclito, che più faticoso sia resistere al piacere, che all'ira: quanta laude fora convenevole dar à quelle donne, che non la lontananza de mariti non è mali trattamenti di quelli, non è giusti sdegni hanno potuto svolgere à romper la data fede? delle quali et nell'antiche et nelle moderne historie ne sono piene mille carte: et il nostro volgar poeta messer Francesco Petrarca n'ha truovato grandissimo numero per riporre nel triompho della castità; dove quello degli huomini è pochissimo. Per la qual cosa volendo i Romani consacrare un tempio alla pudicitia, elessono à cio una femina; giudicando nel loro sesso esser maggior honestà, et continenza. Il che pare Iddio haver dimostrato;