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DELL'ANTHROPOLOGIA

ritornano, andare come Sisypho al fosso infernale. Questo ci dimostra più tosto la loro malvagità, che quella delle femine, perioche à chi bascia (come si dice) l'altrui moglie, la sua è forza che gli puti di che dirò più ampiamente, parlando della temperanza. Ma per mostrar hora quanto dolce, et soave cosa è la moglie ben costumata: dico non fuggirsi per altra via più honestamente, et meglio la solitudine, madre degli affanni, et della maninconia. Et se accade infirmità, ò d'altra cosa, che ci sia cagione di noia: niuna persona è, di cui ci possiamo, ne debbiamo più fidare che della moglie. Ne per altro si mette fidanza in alcuno; se non per che si stima cosi prudente, che non si lascia in error trascorrere, et si giusto, che inganno in lui non habbia luogo. Meritatamente adunque si deve nella donna haver fede: la quale et di prudenza, et di giustitia l'huomo avanza. Doppò la prudenza, l'ordine richiede della temperanza dire, la quale come che all'uno et all'altro sesso appartenga, delle donne è propia, et principalissima lode. Percioche dalla temperanza ne seguono vergogna, modestia, astinenza, honestà, sobrietà, et pudicita: delle quali se pur una nella donna manca; ogni altra sua virtù è macchiata, et guasta in guisa che con tutta l'acqua d'Arno non si laverebbe. Ma che di dette virtù più che l'huomo dotata sia, agevolmente si pruova; mettendo per certo quello che da tutti è conceduto; cioè che la donna sia naturalmente più lasciva et più cupida degli amorosi congiungimenti; nondimeno con maggior costanza vince i carnali disideri, et quasi infinite donne si truovano; che contese di uno huomo, senza più so-