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LIB. I. 12

ze sue) ove è di grandissima dilettatione il veder gli salti, et la prestezza de giovani, et delle donzelle che co'l suono si ben s'accordano. Non tacerò de giocatori di palla; il cui piacere tiene molti intenti à mirargli. Ma acciò non credesse che io mi voglia stendere in queste lodi; che forsi vi paiono picciole; perché io ne sia di voi piu vago; et mi senta gagliardo, et destro della persona; lasciate questa parte vegnano à dire delle amicitie non mai à bastanza lodate. Conciosiacosa che senza quelle la vita fora una perpetua noia, et malinconia, et meglio che vita si potria chiamar morte. Percioche non è huomo che ne travagli non rimanesse dalla Fortuna abbattuto, se non fossero presto gli amici, che lo rimovessero da tristi pensieri, et nella prosperità non sentirebbe piacere senza compagnia; essendo naturalmente la compagnia da tutti ricercata. Tal che si può dire colui esser veramente nemico di Natura, che abhorrisce le amicitie, le quali chi del mondo togliesse egli rimarrebbe piu oscuro, che se il Sole ci fosse levato; et que che piu degli altri ne sono stati vaghi, in mille luoghi sono celebbrati, Pylade et Oreste, Damone et Pythia; Theseo et Pirithoo; Achille et Patroclo; Tideo et Polynice; Eurialo et Nyso; Scipione et Lelio; de quali la fama non sarà estinta mai; insino ch'e poeti, et gli huomini dotti havranno nome. Le amicitie piacciono à Prencipi, et senza gran numero d'amici non possono governare gli stati loro; difendersi da nemici; salvare la vita contra l'insidie degli invidiosi. Piacciono à ricchi, i quali ociosi, ò negotiosi che si siano, non possono il tempo giocondamente


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