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LIB. III.

la sanità ricovrare: senza la quale in questo mondo ogn'altro suo bene saria nulla. Ne ancho, disse messer Lancino, cio vi voglio concedere, che la sanità sia di tanto pregio percioche molti si sono trovati di corpo infermi in assai megliore stato, et più utili che non erano sani. Appio cieco consigliandosi à Roma di far la pace con Pyrrho, si fece portar nel senato; et mostrò loro quanto fosse vergognoso il parlar di pace, et tor patti dal nemico; che con l'essercito dimorasse nel paese de Romani: et pur Appio degli occhi infermo meglio che gli sani il beneficio della patria vedeva. M. Crasso non quello che fu ucciso da Parthi, ma l'altro che fu oratore, era si de gli orecchi offeso, che non udiva cosa alcuna: era ancora privo di udir lo strepito del mormorante mare il grido dell'ucciso porco, lo stridore della segha che taglia i marmi: et Democrito (come disse il Musicola) volontariamente si privò de gli occhi: tal che costoro et molti simili non solamente non erano impetidi dall'infermità; ma ancora in essa commodità ritrovavano. Et nel vero io credo che siano pochi, et più rari che bianchi corvi, quelli che giunti alla vecchiezza à qualche infermità non soggiacciano. Oltra che la sanità fa l'huomo men constante à tolerare le cose adverse. Quelli che antichamente lottavano, et giocavano co cesti ne theatri: et cosi ancho quelli che à nostri tempi sonos timati più robusti degli altri, non possono sopportar la fame un picciol momento di tempo: eta la vecchiarella inferma spesse fiate due et tre giorni tolererà la dieta. Cosi l'infermità suole alle volte la toleranza insegnarci.