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della segale. 671

cevendo prima del verno una somma di calore di circa 600 gradi, con una temperatura non inferiore a +6°.

La segale, quantunque resista ad un freddo maggiore di quello che possa sopportare il frumento, può soffrire nell’inverno se, per un autunno troppo caldo, oltre al tallire avesse anche già messi gli steli; come pure se non avesse avuto tempo di mandare le radici dal nodo appena sotto terra.

Dissi poi anche che la segale è di scarso prodotto, e ciò è dovuto principalmente a due circostanze. La prima è che la fioritura succede quasi simultaneamente su tutta la lunghezza della spiga, per cui le condizioni atmosferiche sfavorevoli possono agire sulla totalità dei futuri grani. L’altra è dovuta alla particolare struttura del suo fiore, poichè le spighette o glume secondarie della spiga contengono soltanto tre fiori, uno dei quali va perduto, rimanendone due invece di quattro, come avviene nel frumento. Perciò la lunghezza della spiga nella segale è cosa di somma importanza, non potendosi calcolare che su due grani per spighetta secondaria, quand’anche le stagioni decorrano favorevoli.

La minima temperatura che può sopportare la segale non si può stabilire nemmeno approssimativamente, poichè nei paesi molto freddi o molto elevati si copre presto di neve e non se ne libera che molto tardi in primavera. Si citano esempi di campi di segale rimasti per più d’un anno coperti da valanghe, e che dopo la loro scomparsa, continuarono a vegetare e poterono fruttificare. E questo fatto mostrerebbe che si possono artificialmente rendere biennali o triennali alcune piante coll’impedir loro di fiorire e soprattutto di portar semi.

La segale esige inoltre poca umidità nel terreno.

Più sopra ho detto che dove si poteva fare altra coltivazione non conveniva quella della segale, poichè di reddito scarso ed anche incerto. Ciononpertanto vi sono alcune terre che convengono a questa pianta, poichè meglio d’ogni altra vi alligna. Abbiamo veduto, dall’analisi delle ceneri, che vi abbonda la silice nella paglia, e che d’altronde la potassa e la soda non sono in proporzione coll’amido; e questo ci conduce alla cognizione, che i terreni silicei, ghiajosi, nei quali non sia possibile l’irrigazione, se non convengono al frumento, possono dare un discreto prodotto coltivati a segale. Nel piano adunque, ad eccezione di questi terreni, non conviene la segale, tanto più se possiamo disporre d’acqua o di malto con-