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rinnovamento della vigna. 507

fila nella fila vicina, in modo che vadano ad occupare gli spazi intermedj fra gambo e gambo. Perciò abbisogna disporre una nuova fossa per propagginare la prima fila, la seconda si ripiega nella prima, la terza nella seconda e così via via. Tale operazione non deve comprendere tutta la vigna per non perdere il frutto di due anni, ma deve eseguirsi in un certo rapporto che mantenga costantemente la vigna in buon essere; così sarà ben fatto il propagginare un decimo della vigna per ogni anno, avanti che incominci a manifestarsi il decadimento. In questo modo la vigna può rimanere anche perpetuamente sullo stesso spazio di terra, rifondendola ora a destra ed ora a sinistra, perchè, come dissi, quando sia ben concimata non vi ha ragione che il terreno non possa alimentarla, ed i gambi rimettendo ogni 25 o 30 anni nuove radici, queste servono a tenerla costantemente vegeta.

Se noi avessimo accettata la teoria degli escrementi quale la vogliono molti, questo fatto non potrebbe sussistere, poichè le propaggini sarebbero obbligate a mettere le loro radici fra le radici della fila vecchia, e quindi entro una terra ripiena degli escrementi di questa, che viene essa pure propagginata nella fila seguente. Ma il fatto prova che queste vigne continuano a mantenersi vegete e produttive soltanto col far loro rimettere nuove radici.

Gli antichi, per ridestare la vegetazione nelle viti vecchie, aprivano la terra all’ingiro nel mese di novembre, vi spargevano dell’urina umana ben fermentata, e ricoprivano tosto. Io pure vi consiglio di fare lo stesso, purchè altre circostanze non si oppongano alla convenienza.

§ 521. Presso noi, e singolarmente nelle posizioni meno felici e nei terreni umidi, il gelo talvolta giunge a tanto da disorganizzare e disseccare i tralci e persino i gambi della vite. Perciò in molti paesi, nell’autunno dopo la vendemmia, havvi il costume di coprire in alto le viti con melegazzi o gramigne, o di abbassarle e ricoprirle presso terra, lasciandole così coperte durante tutto l’inverno sino alla primavera, finchè giunge il momento di disporle a frutto. A quest’usanza inutile e riprovevole sono assoggettate le vigne dei filari a ghirlanda ed a gabbiolo.

Il coprire le viti in alto, lasciandole in piedi, e raccogliendone i rami in fascio per agevolare l’operazione, non serve a ripararle dal freddo, e non fa altro che mantenervi l’umidità, le pioggie e le nevi; laddove se non fossero coperte, me-