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Queste pubblicazioni sparse facevano maggiormente sentire il bisogno di vedere unificati i testi poetici campanelliani venuti a nostra conoscenza. Giovanni Papini ebbe la felice idea di andare incontro a questo desiderio degli studiosi, offrendo insieme un testo completo, ben curato e con un corredo di note che facilitasse la lettura anche a persone mezzanamente colte, secondo gli scopi della collezione, per la quale era destinato quel lavoro1. E se il primo buon proposito fosse stato seguito da una indispensabile applicazione al compito addossatosi, la sua edizione avrebbe segnato una data nella bibliografia campanelliana. Rimase invece una delle tante buone intenzioni, delle quali è lastricato l’inferno; se non che può dirsi che produsse indirettamente questo favorevole effetto, che acuí negli studiosi il desiderio di un lavoro di quel genere2.

Subito dopo si mise all’opera con ben altra preparazione generale e specifica Giovanni Gentile, al quale è dovuta la prima edizione effettivamente completa ed organica delle poesie del Campanella, che è per l’appunto la prima edizione comparsa in questa collana nel 1915 e da qualche anno esaurita (T. C., Poesie, a cura di G. G., Bari, Laterza, 1915, Scrittori d’Italia, n. 70).

La raccolta è divisa, esattamente come in questa nuova edizione, in tre parti principali: la prima, dove è riprodotta l’edizione del 1622 integralmente, cioè anche col commento e l’indice originali (vedi retro, p. 275); la seconda, costituita dall’Ecloga, che non faceva parte della Scelta, ma che vide la luce durante la vita dell’autore; infine tutte le altre poesie, che sono venute in luce dopo la sua morte, cioè quelle del Ms. Ponzio non comprese nella Scelta e la Palinodia per Venezia: tutte queste ordinate secondo un criterio logico e cronologico insieme, del quale farò parola tra poco.

Le direttive di massima per la revisione del testo furono cosí esposte dal Gentile:

«Per la Scelta io mi sono fedelmente attenuto al testo Adami corretto dall’autore... Ho modificato solo l’interpunzione e rammodernata la grafia, secondo il metodo generale degli Scrittori d’Italia-, ma ho rispettato scrupolosamente la stessa grafia, dove

  1. T. C., Le poesie. Ed. completa rivista sulla prima ed. (1622) con l’aggiunta di 69 poesie, a cura di G. P., Lanciano, Carabba, 1913; in due volumi di pp. 175, 179.
  2. Vedi recensioni di B. Croce: in Critica, 1913, pp. 254-59, 338-40; T. Parodi in Nuova Cultura, 1913, pp. 273-80; e cfr. Gent., I, p. 298.