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nota 275


Quella dell’Orelli era opera di pioniere, e non gli si poteva chiedere la perfezione. Con un poeta come il Campanella e un testo come la prima edizione tedesca e nessun altro aiuto che l’induzione, da parte di uno studioso straniero, che conosceva con sicurezza l’italiano classico, ma non un italiano intriso di dialettalismi, deficienze ed equivoci d’interpretazione erano inevitabili. Una vera e propria manchevolezza da parte di un valente filologo come l’Orelli, fu di avere sbadatamente trascurato l’errata-corrige del prototipo (vedi p. 272); e un’altra deficienza essenziale derivò dall’avere trattato con disinvoltura il commento, parafrasandolo e riassumendolo in annotazioni proprie. È vero che egli era sviato da un’asserzione erronea dello stesso Campanella nel De libris propriis (vedi p. 288), la quale gli faceva attribuire ad altra mano quel commento; però ad un filologo insigne come lui, se si fosse fermato a fare un po’ di critica interna di quel testo, non sarebbe potuta sfuggirne la indubitabile paternitá, come avvenne infatti agli studiosi posteriori.

Deficienze secondarie sono il non aver riprodotto integralmente, ma qua e lá con abbreviazioni peggiorative, i titoli dell’indice della prima edizione — che anch’esso si deve ritenere steso dall’autore —, e di avere tolta la dedica dell’Adami ai suoi amici e con lui ferventi ammiratori del Campanella (vedi in questa ed. pp. 3-5), sostituendola con una propria agli eminenti filologi tedeschi Blanc, Gries, Streckfuss, Wagner e Witte.

Da questa edizione proviene quella che il giovanissimo D’Ancona curò, con un acume critico, che studiosi assai piú maturi potevano invidiargli, per la scelta di opere campanelliane pubblicata nella Nuova biblioteca popolare del Pomba nel 1854 (piú volte cit.). Le poesie vengono immediatamente dopo il lungo discorso del D’Ancona sulla vita e le dottrine del Campanella (pp. ix-cccxliii), e con esse si chiude il primo dei due volumi della raccolta. Si noti che l’edizione non si presenta come nuova, ma piú modestamente come una «seconda edizione con molte correzioni» di quella dell’Orelli (p. 1), di cui riporta anche la dedica (p. 7) e la prefazione. Alla dedica dell’Orelli il D’An-

    volta | in Italia | da Gio. Gaspare Orelli | professore all’Universitá di Zurigo | Lugano | Presso Gius. Ruggia e C. | mdcccxxxiv (pp. xx-123 e 1 non num.).
    L’esemplare posseduto dall’Orelli fu poi da lui donato alla Stadt-Bibliotheck di Zurigo.