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tudine che io loro professo, gratitudine che non professo minore a voi, o signore, che così degnamente li comandate, e che anche anteriormente a quest’epoca, col prestare l’opera vostra in ajuto e sostegno della repubblica, vi siete acquistato un incontestabile diritto alla riconoscenza nostra.

«Colgo quest’occasione, colonnello, per pregarvi di aggradire le proteste della mia perfetta considerazione e profonda stima.

«Fruttuoso Rivera.»                    


È da notarsi che le terre da questo generoso patriota offerte alla legione italiana non eran già terre spettanti alla repubblica, ma facienti parte del proprio di lui patrimonio.

Ecco la risposta di Garibaldi:

«Eccellentissimo Signore!

«Il colonnello Parodi, in presenza degli ufficiali tutti della legione italiana, mi ha consegnato, secondo che il desideravate, la lettera che aveste la bontà di scrivere in data del 30 gennajo, e con quella un documento mediante il quale fate donazione spontanea alla legione italiana d’una metà dei campi, proprietà vostra, giacenti fra l’Arroyo de las Avenas e l’Arroyo Grande a settentrione del Rio Negro, oltre ad una metà del bestiame e degli edifizî esistenti su quel terreno, come rimunerazione ai servigî resi dalla legione alla repubblica.

«Gli uffiziali italiani, dopo essersi pienamente informati d’ogni cosa contenuta nella vostra comunicazione, hanno a voti unanimi dichiarato, in nome della legione, che essi intesero, chiedendo d’essere armati e ammessi a dividere i pericoli del campo coi figli di questa contrada, d’obbedire unicamente ai dettami della loro coscienza, che avendo così soddisfatto a ciò che riguardano come un dovere, essi continueranno da uomini liberi a soddisfarvi, dividendo, finchè le necessità dell’assedio lo richiederanno, pane e pericolo coi loro valenti compagni del presidio di questa metropoli, senza desiderare o accettare rimunerazione e compenso