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ritirata davanti agl’imperiali, che, possessori d’un’armata regolare assai più numerosa, non davano loro mai un sol momento di tregua, il nostro protagonista, vedendo che non si veniva ad un’azione decisiva, ma ch’era sempre d’uopo indietreggiare, non avendo il cuore di mirare più a lungo soffrire inauditi disagi e privazioni alla sua Anita, che gli avea in mezzo a quelle inennarrabili peripezie, dato un figlio, non sapendo neppure in quelle selvagge regioni più notizia alcuna d’Italia, chiese un congedo al presidente e si decise di tornare a Montevideo

Strada facendo si legò in amicizia coll’Anzani, e giunto a Montevideo, non tardò ad entrare al servizio di quella repubblica, accettando il comando della corvetta la Costituzione dapprima, poscia quello del brigantino da diciotto cannoni il Pereyra, coi quali legni, cui vennero poscia aggiunti la Teresia e il Procida, fu spedito a Corrientes per aiutarlo nelle sue mosse contro le forze del dittatore Rosas.

La spedizione era delle più rischiose, giacchè doveva farsi rimontando il Parana per ben seicento miglia tra due sponde nemiche, inseguiti da una squadra avversa quattro volte più forte della flottiglia di Garibaldi.

Ciò nonostante il nostro eroe è lungi dal perdersi d’animo; egli si pone in via col consueto ardimento, e dopo aver sostenuto un primo fuoco contro le batterie dell’isola Martin Garcia, si avanza in buon ordine, quando, per isventura, la Costituzione si arena e necessita un lungo e faticoso lavoro onde poter esser rimessa a galla.

Mentre i marinaj garibaldini sono intenti a opera così importante, eccoti comparire la flotta nemica, che fa forza di vele per piombar loro addosso. La situazione in cui si trovava il nostro protagonista era delle più malagevoli. Per alleggerire la Costituzione e poterla di tal guisa più facilmente rialzare, egli ne aveva fatto trasportare tutti i cannoni a bordo della goletta Procida, sopra il ponte della quale si trovavano ammucchiati, resi di tal guisa inutili, dimodochè non restava pronto a combattere che il brigantino Teresia.

Ma Garibaldi, che nelle occasioni, come quella, su-