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del regno. Un’altro incarico di non lieve importanza fu affidata al De Monte nella sopraintendenza della regia casa degl’Incurabili. Finalmente egli raggiunse uno dei più elevati gradi nella magistratura, essendo stato promosso dopo il novello organamento dei tribunali, a consigliere della Corte di Cassazione di Napoli.

Facendosi poi quel giusto caso dei suoi lumi e del suo ingegno ch’ei merita, lo s’invitò nel 1863 a far parte della commissione istituita in Napoli per l’esame del progetto del codice civile.

Ma il De Monte aveva già fin dal 1860 pubblicato i suoi pensieri sulla riforma delle leggi, e questi pensieri furono trovati tali da doverne tenere grandissimo conto nell’importante elocubrazione cui si stava attendendo.

Il De Monte ha preso e prende parte assai attiva ai lavori della Camera cui si degnamente appartiene.

La sua parola è non solo facile, ma anche ornata ed energica; ma là dove l’opera del De Monte è più che mai utile si è negli uffici, quando questi sopra tutto abbiano ad occuparsi di materie legali.

Il De Monte ha in ultimo (1864) dato alla luce un suo libro sull’amministrazione del Regno d’Italia, che non manca di saggi e d’utili avvertimenti, e ridonda di cognizioni di varia natura.

Quindi è che ne raccomandiamo la lettura ove si voglia avere un’idea pronta e assai completa del nostro organismo interno che, bisogna pure convenirne col chiaro autore, lascia in moltissime cose moltissimo a desiderare.



senatore.


Pochi uomini vi sono che possano vantarsi di avere meglio spesi i giorni di una lunga esistenza (che facciamo voti abbia a prolungarsi per molti anni ancora)