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Scoppiata la rivoluzione del 1848 il conte Luigi Lechi fu scelto a presidente del governo provvisorio di Brescia. Tornati gli Austriaci egli si refugiò in Piemonte ove rimase per tutto un anno.

Non potè prendere quella parte attiva che avrebbe voluto agli ultimi avvenimenti politici, mediante i quali l’Italia è finalmente divenuta una, essendo afflitto di una malattia della quale non è ancora bene ristabilito al momento in cui scriviamo queste linee.

Il conte Lechi ha pubblicate varie poesie dettate con molta venustà, e traduzioni dal greco quanto fedeli altrettanto eleganti. Ha pur dato alla luce alcune memorie agricole le quali sono state apprezzate dai cultori di quella utilissima scienza.

L’Ateneo di Brescia l’aveva eletto a suo presidente, dignità ch’egli ha conservata per molti anni; l’istituto lombardo lo conta tra suoi socî onorari, egli è membro corrispondente della deputazione di Torino per gli studi dell’istoria nazionale, membro dell’accademia dei georgofili di Firenze e di molte altre società scientifiche e letterarie.


deputato.


Palermo è una delle città italiane che ha dato un più gran numero di eccellenti patrioti all’Italia, numero nel quale ci è grato e doveroso l’annoverare l’egregio uomo, di cui ci accingiamo a discorrere.

Egli è nato nel 1797 e applicatosi di buon ora agli studi legali, ha conseguito in ambo i diritti la laurea, e non ha tardato a mostrarsi uno dei più abili periti giurisprudenti della metropoli siciliana.

I suoi concittadini, appresero di buonissima ora a stimarlo, tanto che quando accadde la rivoluzione del 1820 lo si nominava a membro della giunta di governo, in qualità di deputato di un municipio della provincia di Girgenti.